Dazi amari: una scelta difficile per il futuro commerciale
Negli ultimi mesi, il tema dei dazi doganali ha dominato le discussioni economiche internazionali, specialmente dopo l’entrata in carica di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti. Questa nuova amministrazione ha rilanciato il dibattito sui dazi, una questione che tocca vari settori, dall’automotive all’elettronica, passando per il nostro amato mondo delle moto. Ma cosa sono esattamente i dazi e come influenzano il mercato delle due ruote?
I dazi sono imposte applicate sulle merci importate o esportate da un Paese. La loro funzione principale è quella di proteggere l’economia nazionale dalla concorrenza estera, rendendo i prodotti importati più costosi e, di conseguenza, meno competitivi rispetto a quelli nostrani. Questo meccanismo è stato utilizzato storicamente per sostenere settori in crisi. Ad esempio, negli anni ’70 e ’80 in Italia, le moto oltre 350 cc venivano tassate con un’aliquota IVA elevata, considerandole beni di lusso, per favorire l’industria motociclistica nazionale, in particolare quella giapponese.
L’imposizione di dazi può anche essere vista come una forma di guerra commerciale, in cui un Paese tenta di penalizzare o favorire specifiche nazioni. Gli Stati Uniti, da sempre attivi in questo tipo di politiche, hanno recentemente minacciato dazi su merci provenienti da paesi come Canada, Messico e Cina, generando così reazioni a catena da parte di questi Stati.
La guerra commerciale avviata dagli USA ha suscitato preoccupazioni tra gli economisti, molti dei quali avvertono dei rischi legati a un mercato protetto. Sebbene i dazi possano sembrare una soluzione immediata per proteggere i produttori locali, nel lungo termine possono causare un aumento dei prezzi per i consumatori e frenare la crescita economica. Le conseguenze di tali misure possono rivelarsi dannose non solo per i paesi colpiti, ma anche per quelli che le impongono.
Fortunatamente, la situazione non appare così drammatica. Il mercato motociclistico è già globalizzato e ha trovato strategie per affrontare i dazi doganali. Molte case motociclistiche hanno scelto di stabilire impianti produttivi nei paesi in cui i dazi sono più elevati, come Cina e India, dove possono produrre localmente evitando costi aggiuntivi.
Un esempio di come le aziende si siano adattate ai dazi è rappresentato dalla pratica del CKD, ovvero “Completely Knocked Down”. Questo metodo prevede l’assemblaggio locale di motociclette smontate, che vengono spedite in kit dai produttori esteri.
I principali colossi delle due ruote come Honda, Piaggio e Ducati hanno già adottato questa strategia, creando stabilimenti in paesi strategici per evitare i rincari. In India, dove le imposizioni possono arrivare fino al 60% sui manufatti finiti, i produttori locali sono diventati partner strategici per le joint venture, garantendo così l’accesso ai mercati senza incorrere in costi eccessivi.
La domanda che tutti si pongono ora è: come impatteranno i dazi sul mercato delle moto? Se gli Stati Uniti decidessero di applicare dazi sui prodotti provenienti da paesi come l’Europa, le case motociclistiche americane come Harley-Davidson e Zero potrebbero trovarsi a dover alzare i prezzi. Tuttavia, se il conflitto si limitasse a una guerra tra Stati Uniti e i loro avversari commerciali, le conseguenze per il mercato delle moto potrebbero essere contenute.
Al contrario, un’escalation in una guerra commerciale globale, in cui tutti i paesi entrano in gioco con dazi reciproci, potrebbe avere ripercussioni più ampie. In un simile scenario, i consumatori potrebbero vedere aumentare i prezzi non solo per le moto americane, ma anche per quelle europee e asiatiche, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e della componentistica.
In conclusione, mentre il settore motociclistico sembra essere attualmente al riparo dai dazi, rimane fondamentale monitorare l’evoluzione della situazione commerciale globale. Le case motociclistiche devono continuare a essere agili e pronte a rispondere a qualsiasi cambiamento nella politica commerciale, per garantire che il loro business rimanga competitivo e sostenibile, anche in un contesto di incertezze economiche.