
ACEM avverte: le moto non devono essere coinvolte nella guerra dei dazi tra USA e UE
In un contesto di crescente tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, l’Associazione Europea dei Costruttori di Motociclette (ACEM) ha lanciato un appello urgente affinché il settore motociclistico venga esentato dalle misure di dazi imposte da Washington. La questione è emersa in seguito alla decisione degli Stati Uniti di applicare dazi del 25% su esportazioni di acciaio, alluminio e altri derivati dell’UE, un provvedimento che potrebbe avere ripercussioni significative su diversi settori industriali, tra cui quello motociclistico.
Le contromisure della Commissione Europea
La Commissione Europea ha risposto a questi dazi avviando contromisure equivalenti, reintroducendo dazi già applicati nel 2018 e nel 2020 sulle importazioni statunitensi a partire dal 1° aprile. Particolarmente preoccupante è l’annuncio che, in assenza di ulteriori sviluppi, dal 1° aprile 2025 verrà applicato un dazio supplementare del 50% sulle motociclette di origine statunitense con cilindrata superiore a 500 cc. Inoltre, è stata proposta una seconda fase di misure, che potrebbe includere anche motociclette di cilindrata inferiore e modelli elettrici, con una consultazione pubblica in corso.
L’interconnessione tra i mercati
Il settore motociclistico è caratterizzato da una profonda interconnessione tra Europa e Stati Uniti, con importanti legami industriali ed economici. ACEM ha sottolineato come i produttori europei esportino un numero significativo di motociclette negli Stati Uniti, mentre le aziende americane hanno consolidato la loro presenza nel mercato europeo. “L’imposizione di dazi sulle motociclette rischia di disgregare le attività economiche, danneggiare i consumatori e mettere a rischio posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico”, ha affermato l’associazione.
L’importanza del settore motociclistico
L’industria motociclistica ha sempre rappresentato una parte vitale dell’economia europea e americana, contribuendo non solo a creare posti di lavoro, ma anche a promuovere innovazione e sostenibilità. Le motociclette, specialmente quelle elettriche, sono considerate un’alternativa ecologica e pratica per la mobilità urbana. La crescente attenzione verso l’ambiente e la transizione energetica hanno portato a un aumento della domanda di veicoli a basse emissioni, rendendo il settore motociclistico un attore chiave nella lotta contro il cambiamento climatico.
ACEM ha quindi sollecitato entrambe le parti a trovare una soluzione negoziata per il commercio transatlantico, sottolineando l’importanza di un commercio equo che consenta ai produttori di continuare a offrire prodotti di alta qualità. La richiesta di un dialogo costruttivo è supportata dalla consapevolezza che le guerre commerciali raramente portano a vincitori; piuttosto, il conflitto si traduce in danni reciproci per tutti gli attori coinvolti.
Le conseguenze delle misure protezionistiche
Le controversie sui dazi sono diventate una caratteristica prevalente nelle relazioni commerciali internazionali, e il settore motociclistico non è immune. Le misure protezionistiche possono avere ripercussioni dirette sui costi di produzione e sui prezzi finali per i consumatori. Un aumento dei prezzi delle motociclette può disincentivare gli acquisti, riducendo così la domanda e, di conseguenza, la produzione. Questo circolo vizioso non solo colpisce i produttori, ma anche i rivenditori e i consumatori, creando un impatto economico negativo su scala più ampia.
Inoltre, la crisi energetica e le sfide economiche globali rendono il momento particolarmente delicato per l’industria motociclistica. La necessità di riprendersi dopo la pandemia di COVID-19, che ha avuto un impatto devastante su molti settori, rende le misure protezionistiche ancora più insostenibili. Le aziende devono affrontare aumenti dei costi delle materie prime e delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, e l’imposizione di dazi aggiuntivi non fa altro che aumentare la pressione su un settore già in difficoltà.
ACEM ha quindi ribadito l’urgenza di un intervento politico che possa garantire la stabilità del mercato e la protezione dei posti di lavoro, evitando che il settore motociclistico diventi un campo di battaglia nella guerra commerciale tra USA e UE. La richiesta è chiara: le moto devono rimanere fuori da questo conflitto, per garantire un futuro prospero e sostenibile per l’industria e per tutti gli appassionati di motociclismo.